...E per quanto sia faticoso abbandonare la strada già segnata ed apparentemente più sicura, scopre che è possibile trovare nuove vie, e che ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno.
Saper sognare è un dono, ma il sogno può diventare una gabbia dorata se per realizzarlo si accettano così tanti compromessi da perdere di vista la felicità. Perché é giusto credere nelle favole. L'importante è saper accettare che la nostra potrebbe essere diversa da quella che abbiamo sempre immaginato.

domenica 22 settembre 2013

Accomiatarmi da lei

Sono falsa. E sono ipocrita.
Ho scritto che lasciavo la mia casa ad una ragazza carina e che andava bene così.
E allora perché è da ieri che piango?
Ieri ho saputo che lei ha già traslocato e con la notizia è arrivata la crisi.
E con la crisi le lacrime, a fiumi.
Si, lo so, sono solo cose, come dice RR e si, lo so, è ridicolo che io pianga perché non ho nemmeno avuto il tempo di salutarla, che lo so che è solo una casa, sono solo 4 mura senza vita...
Ma io avrei voluto salutarla lo stesso. Mi sarei seduta per terra, in mezzo alla sala e mi sarei presa dieci minuti per dirle arrivederci. Mi sarei presa il tempo per ringraziarla di avermi protetto ed accolto, avrei pianto un po nella nostra solitudine e poi -forse- sarei stata capace di chiudermi alla spalle quella porta senza più voltarmi indietro...
Ed invece sono qui che piango, nella casa bellissima che é casa mia ora e che divido con un principe azzurrissimo e mi sento una stupida a pensare che ora vorrei solo poter entrare in quella casa quando voglio e non posso farlo. Perché è casa mia, ma non è mia. 
E se anche sono solo cose, questa separazione mi fa stare male come non pensavo. 
Perché l'ho evitata, quella casa, per tutti questi mesi. 
Ho fatto finta che fosse normale, ne ho parlato poco e con una strana serenità, a guardarmi indietro adesso. 
Si chiamano meccanismi di difesa?
Cazzate.
Mi sono solo corazzata in attesa del colpo che sapevo sarebbe stato sferrato ed è arrivato ieri, al momento di fare l'inventario per i mobili, quando ho capito che avrei dovuto farlo a memoria, perché lei dorme nel mio letto, mi paga l'affitto e li dentro, io, non ci posso più entrare.
Sono un'ipocrita che fingeva -con se stessa- che andasse tutto bene. 
Sono stata ipocrita a scrivere che ero contenta che andasse a lei, anche se sono contenta davvero, perché io sono dove dovrei essere e quella casa non potrebbe avere inquilina migliore...
E allora, perché piangi?

sabato 21 settembre 2013

Quando si diventa grandi

O forse il titolo dovrebbe essere: quando si diventa grandi?
Si perché c'è una bella differenza tra l'ammettere di esserlo ed il chiedere a se stessi se lo si è diventati.
Ed è così che lunedì ho comprato casa. 
Anzi, lunedì ho comprato un debito. Trentennale.
Tra trent'anni avrò anche la casa che si accompagna al debito.
Ed il bello è che l'ho amata, vissuta, ho pianto rannicchiata in ogni angolo di quella casa, ho dormito su quel divano sogni beati ed incubi e poi mi sono trascinata a letto, alle 5 di mattina, per quel corridoio così famigliare, fino a quel letto ed a quel piumone che tante volte mi ha fatto da bozzolo.
Ho scelto di farla mia dopo 6 anni che già lo era.
E ho scelto di farla mia nel modo più rappresentativo.
La ristrutturazione del mio nido è stato il makeover più intimo che io abbia mai fatto, mille anni lontano dal più drastico taglio di capelli, ogni mobile, piastrella, rubinetto di ogni bagno è mio come non ho mai posseduto nulla oltre a me stessa ed è stato scelto perché mi facesse sentire a casa come solo quella casa potrà mai fare.
Ora che quella casa è mia davvero la lascio ad una ragazza carina. Ha un cane, anche lei. E quella casa ha bisogno di un cane, perché Ridge le mancherà.
Quando è entrata per vederla sul volto le si è allargato un sorriso e ho capito che sarebbe stata lei l'inquilina di quella casa. Gliel'ho detto, che è fatta con amore, che l'ho costruita per viverci e che ogni pezzo di quella casa rispecchia un pezzo di me.
Così si diventa grandi? Facendo delle scelte.
Scegliendo i colori dei muri di una casa che non abiterai mai, più, forse mai più. Decidendo di vivere con l'uomo della tua vita, dei tuo sogni, andando incontro all'ignoto con lo slancio di un'adolescente, chiudendo un capitolo della tua vita così grande che alla fine sei sudata per lo sforzo.
Così si diventa grandi, sapendo che si è fatta la scelta giusta, ma non riuscendo a resistere...che ogni volta che si passa lì sotto lo sguardo sale fino a quel balcone al terzo piano, sulla bocca un sorriso e gli occhi pieni di lacrime.
Ciao Via Marconi 11, mi mancherai.


Ecco la mia piccola cucina.

sabato 14 settembre 2013

Volevo dirvi che:

Mi manca scrivere
Mi manca il blog e mi mancano le persone che per un po l'hanno popolato.
Mi manca leggere e leggervi.
Mi manca sedermi sul divano con l'ipad, una candela accesa ed una tisana e mi manca il ticchettio dei tasti dell'ipad. Quella melodia che si crea solo quando i pensieri mi escono dalle dita.

Riscriverò.
Ricomincerò a leggere ed a commentare.
Devo solo uscire indenne da questo momento.
Lavoro, solo lavoro. Che non si vuole allarmare nessuno.
Devo solo uscirne.
Ma mi siete entrati nel cuore e nel sangue e vi penso.
Volevo dirvelo.