...E per quanto sia faticoso abbandonare la strada già segnata ed apparentemente più sicura, scopre che è possibile trovare nuove vie, e che ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno.
Saper sognare è un dono, ma il sogno può diventare una gabbia dorata se per realizzarlo si accettano così tanti compromessi da perdere di vista la felicità. Perché é giusto credere nelle favole. L'importante è saper accettare che la nostra potrebbe essere diversa da quella che abbiamo sempre immaginato.

domenica 31 marzo 2013

L'alba del giorno di Pasqua

Vista insieme, dalla tua finestra. Per caso.
Stare insieme a parlare fino alle 7 del mattino.
Parlare, parlare, parlare. Mi riesce bene, ha visto?
Raccontarci anni in un minuto, volare da un argomento all'altro senza un nesso, sfiorandoci le mani un pó per caso ed un pó no.

Devo solo togliere l'elmetto per un attimo, abbandonare l'assetto di guerra, lasciarmi andare alle sensazioni, dimenticarmi che ho paura, che ho una fottutissima paura di soffrire ancora, che un'altra delusione forse potrebbe essere troppo.

Come ci siamo arrivati a quest'alba?
Guido verso casa mia ed è già giorno.

Ieri sera ho infilato una maglietta, i miei jeans stracciati preferiti e sono uscita solo per vedere L'amica bionda che non vedevo da un po.
Ora torno a casa e sono le sette, ho lasciato Lei con il mio Amico + e so che anche loro certamente hanno fatto tardi.
Ma noi abbiamo parlato, bevuto una tisana ed il tempo ci ha portati a quest'alba e a quel veloce bacio rubato incastrato nella portiera della mia macchina.
E come sempre è la pelle, che mi rimanda le sensazioni della notte, quando cerco di ricomporre nella mente i passi che mi hanno portata fino a qui.
E scusami se il secondo bacio l'ho schivato, che lo so che fino a ieri valutavo l'ipotesi del trombamico, ma la verità è che voglio di più, voglio almeno provare ad avere di più.
Ma sbagli, se pensi che non avrei voluto dartelo e prenderlo, quel bacio. È che vorrei fare le cose per bene, questa volta, per una volta...vorrei non abbandonarmi ad un bacio che vorrei ricevere e poi aspettare una telefonata che non arriva. Non voglio più pentirmi di aver dato un bacio.
Se ci sarà un bacio, vorrei che fosse un bacio da non dover maledire, quel bacio, quel momento.
L'alba del giorno di Pasqua dietro le montagne, i soliti mille pensieri, i propositi di vivere senza pensare, qualunque cose accada, ovunque ci portino questa notte e quest'alba...
Dove ci porteranno questa notte e quest'alba?






venerdì 29 marzo 2013

Vodkapensiero

Come prima cosa una doverosa comunicazione di servizio: ancora non l'ho preso il caffè con il veleno, non perché io abbia propriamente deciso di non farlo, sono ancora indecisa in merito, benché propenda per il no più categorico...ma più che altro perchè coerente con il suo modus operandi lui arriva, che sia passato un mese, un giorno o tre anni, sgancia la bomba, scappa e sparisce. Ergo: a presto con gli sviluppi sul caso.

Ma parliamo di cose importanti: il trombamico.
Trombamico si o trombamico no?
Questo è il problema.
Perché io uno papabile ce l'avrei pure per le mani, che in passato (abbastanza recente) un po di tuca tuca s'è fatto e poi l'ho mandato a casa che domanimialzopresto...
Lui che fa il barman e che è amorevolmente soprannominato Halloween, che una zucca vuota a confronto ha un cervellone, che se ha un pregio, tenero lui, di certo non è l'acume...
E quindi, questo tizio me la batte di brutto e carino è carino, devo ammetterlo, gentile, educato...stupido, gente, tanto stupido...ma che per fare certe cose non è che serva un gran intelletto, dopotutto.
Questo tizio, ogni volta che si va nel suo locale, non si può certo dire che manchi di educazione, saluta, chiacchiera amabilmente...
Poi stasera, a quasi due mesi dalla sera del tuca tuca ecco mi si avvicina con fare da piacione: "ce ne beviamo una?"
Mi trascino fino al bancone.
Mi porto le amiche che di conversare con Halloween non c'ho voglia e non ho nemmeno molto da dire ad uno così...
E lui mi offre uno shot di vodka calda e amarena sul fondo che come effetto ha solo quello di farmi lacrimare copiosamente, farmi passare il raffreddore e provocarmi una nausea che per poco non vomito anche l'anima.
Ok, ci sta provando. A farmi ubriacare sicuramente, a fare altro... Anche.
E che io, che in questo periodo mi sono autoproclamata la regina della vulnerabilità, se sono pronta per un trombamico non lo so davvero.
Cioè, so che non è quello che sto cercando, non in senso biblico, che un po di "quello" non si dovrebbe rifiutare mai...è questa cosa dell'amico di letto che non mi convince.
Me ne fosse mai uscita bene una, di storia così, che ci restavo sempre inguaiata ,io, nelle storie di sesso, mi ci infilo con nonchalance, faccio la figa, la donna emancipata, quella che "è solo sesso" e ne esco innamorata e con il cuore provato dal l'ennesima delusione, quasi sempre.
E poi io sono una rosicona. Io rosico, rosico sempre.
Che se sei il mio trombamico e vengo nel tuo locale e non mi caghi io rosico, se parli con una io rosico, se non mi chiami quando hai chiuso il locale io rosico, io rosico, rosico è il mio secondo nome.
Confusione canaglia.
Che sono in un momento di desertificazione sentimentale e due braccia possenti tra le quali abbandonarsi le vorremmo tutte...
Così sono questi i pensieri che affollano caotici in mio laborioso cervellino annebbiato dalla vodka calda e amarena mentre lui mi ronza intorno come un predatore con la sua preda...
"Dove vai?"
Mi dice languidamente quando vado a salutarlo prima di andarmene
"A dormire"
Dico io, e sono sincera.
"Aspettami, io tra tre quarti d'ora ho finito"
Eccheccazzo, avesse detto dieci minuti...che già crollo dal sonno, io tra tre quarti d'ora sto già dormendo...da almeno quaranta minuti e sono pure perfettamente struccata.
Comunque sono fuori dal locale con le amiche, l'ultima sigaretta e poi tutte e casa e se ne parla, dell'ipotesi di portare Halloween a casa con me...
Si apre il solito dibattito, ci sono una buona dose di pro (che non c'è bisogno che elenchi, vero?) e troppi contro.
E poi, finalmente, rinsavisco: i due anni di storia con Veleno, eccolo il deterrente più grande. Che io ero innamorata, ma per lui io ero una trombamica...
E da quella storia io ho imparato certamente una cosa: per queste cose qui io non ci sono tagliata.
Lasciamo che la serata del tuca tuca con Holloween resti un episodio, che se la prima volta è un errore, dalla seconda volta diventa una scelta.
E almeno le mie, di scelte, voglio farle con criterio...ecco.
Ora, che mi rendo conto che ci sarebbero quesiti più importanti da porsi in un momento come questo, con un paese allo sbando ecc, ma io c'ho il vodkapensiero e quindi sono qui a chiedermi, nonostante tutto, se non dovrei vivere più di pancia, essere un po meno rigida nelle mie scelte e divertirmi, intanto che aspetto che quell cretino del mio principe azzurro venga finalmente a bussarmi alla porta...
Ore 2, biiiiip biiiiip, messaggio:
"Dormi?"
Risposta: "No"....







giovedì 28 marzo 2013

you've got mail

Torna pure quando vuoi. Stronzo.
Cosa vuoi che siano tre anni, dopotutto? E grazie, no, grazie davvero per le scuse. Ti fanno onore.
Il modo in cui mi hai trattata per due anni, tre anni fa, quello un pò meno. Stronzo.
Chi di voi (noi) ha detto che non esistono gli stronzi? E io che mi sono quasi fatta convincere. Mi ero dimenticata di lui. E come nei migliori sogni  incubi, quando meno te lo aspetti, lui viene a bussare alla tua porta.
Veleno, sei veleno per me. Stammi lontano. Stronzo.
Sai quando ti aspetti una mail da chiunque, ma non da lui? E quando leggi il suo nome il cuore si ferma per un attimo, due, tre…
Leggi quella mail quasi trattenendo il respiro e no, non ci puoi credere: ti chiede scusa, ti dice che quel capitolo rimasto aperto tra voi gli fa male, che si potrebbe prendere un caffè…
E ti imbambola, come ha fatto per ogni singolo giorno dei due anni in cui ti sei fatta imbambolare da lui e dai tuoi stupidi ormoni. Maledetta chimica, maledetta!

Eddai, che sarà mai un caffè?
…Veleno, Giulia, veleno…
La mia Amica lontana me l’ha detto: “lo sai che se lo prendi a piccole dosi, il veleno, ne diventi  immune?”
Ed allora rettifico: lui è tanto veleno, troppo veleno, una quantità letale di veleno. Veleno velenosissimo, velenissimo.
Ho aspettato qualche giorno, c’ho riflettuto su, cervellotica nevrotica come sempre.
Ho provato a dare alla sua mail ed alle sue scuse, mille significati diversi, sapendo che probabilmente ha solo bisogno di pulirsi la coscienza, perché dopotutto tutti crescono, anche lui, anche quelli che pensi che non cresceranno mai, alla fine crescono e magari si trovano di fronte a qualcuno che gli errori te li sbatte in faccia, le tue mancanze, i tuoi difetti.
Magari è successo anche a lui, che magari finalmente l’ha trovata una ragazza che gli dice  dei sonori NO, che non scatta ad ogni suo ordine, che non è sempre pronta ad accoglierlo in casa alle due del mattino, anche se magari è un mese che non chiama…lo stronzo.
Lui scrive e le mie amiche insorgono: “cazzovuole?”, dice L’amica Lontana
“chiedermi scusa” dico io. “e cosa gli ha fatto venire l’illuminazione, dopo 3 ANNI!!!?”.
Stessa domanda mi fa la Piccola Amica, che ci va ancora più pesante, con lui, perché i miei pianti per lo stronzo se li è sorbiti tutti, lei, dal primo all’ultimo: “Ci mette poco a redimersi, il ragazzo, solo 3 anni”… “e dopo 3 anni scopre che ha lasciato un capitolo aperto con te e la cosa gli fa male? Povero…3 anni di sofferenze…”, “ la domanda è: “uno stronzo, può cambiare e non essere più uno stronzo?” ( per la cronaca, a quella domanda io ho risposto NO, anche se so che forse la risposta è si, ma lui NO, non con me, non lui, lui NO)…ed alla fine, ecco cosa pensa la mia Piccola Amica: “ Puoi sempre dirgli che apprezzi le sue parole, che sei contenta che sia cambiato, perché con te ha dato dimostrazione di quanto l’essere umano possa essere MERDA....”
Ho pensato alle sue scuse ed ora il frutto del mio pensiero ve lo espongo, anche se so che espongo me stessa ad una serie di critiche, perché lo so che errare è umano e perdonare è divino e bla bla bla…e non è detto che esattamente un secondo dopo aver pubblicato questo post io non me ne penta amaramente e non decida di perdonarlo…ma anche no. O meglio: ho dimenticato. Che non significa perdonare, ma quella rabbia, quel rancore, il dolore, la delusione e l’umiliazione non ci sono più.
Ho dimenticato, perché il dolore, quello fisico e non solo, si dimentica.
Ma a cosa servirebbe, adesso, dopo tre anni, sedersi al tavolino di un bar a chiacchierare, a rivangare un passato lontano a parlare di una storia che era talmente sbagliata che solo chiamarla storia si commette un peccato mortale. Io lo perdono, lui mi chiede scusa e io, formalmente, lo perdono. Ma i due anni di merda, chi me li ridà? E lo so che è colpa mia, che potevo non far durare quell’amore a senso unico schifo a senso unico, per due lunghissimi anni. Ma lui lo sapeva che ero stregata, e lo sapeva che mi faceva male e lo sapeva che lo sapevo che mi tradiva e tradiva e tradiva, e lo sapeva che me le bevevo tutte, le sue balle…e che non ce la facevo a mandarlo via, che non ne avevo il coraggio. Ma a lui di me non importava e lui sapeva anche quello. E mi ha tenuta li, malgrado tutto. La sua regina di cuori…pur sempre una carta nel mazzo….
Io non ci vado a prendere il caffè con il veleno. Ho deciso.

sabato 23 marzo 2013

Il decalogo dell'amore_capitolo 4_la meraviglia dello stronzo

"Per capirci: ma voi donne, quando andate a ballare, ci andate per ballare?"
"Perchè io a ballare mica ci vado perchè mi piace ballare, altrimenti facevo il ballerino"
Il mio amico D2 me lo chiede con sincera curiosità, in una forma tutta maschile di morboso interesse antropologico per l'altro sesso.
"Uomini e donne sono proprio su due mondi lontani", sentenzia.
Ha ragione. Punto.
Perché ammettiamolo: quante volte siamo andate a ballare (quelle di voi che non sono troppo perbene, bohémienne o pseudo intellettuali, per ammettere di esserci andate), quante volte ci siamo andate per il gusto di farci una bella ballata? Cioè, si andava a ballare anche per ballare, anche per sentire musica, anche....ma non solo, ma non apposta per...
Sono seduta al tavolo con tre uomini stasera, non fanno novant'anni in tre, ma sono di quelli che si possono tranquillamente annoverare nella categoria degli "uomini intelligenti", che lo so che sono rari, e forse proprio perché sono rari, e proprio per la loro rarità, sono la mia fonte inesauribile di ispirazione e già che ero un po' bloccata, sul versante "mondo maschile: ne scrivo con acerbo distacco", loro mi hanno fornito stasera i giusti spunti per ripartire con slancio.
Più del l'olio cuore, dell'ovomaltina e della kinder fetta al latte, davanti ad una birra, eccola: l'ispirazione.
Questo post è più per me che per le giovani donzelle acerbe alle quali presuntuosamente mi rivolgo di solito, è per me perché recenti episodi dicono di me che predico bene ma in realtà razzolo male, razzolo di merda, veramente.
E allora ecco cos'ho imparato stasera, ascoltando divertita ed interessata quello che i tre amici avevano da dire, da raccontare, da spiegare e da insegnare, ma sopratutto da insegnarmi.
Il mio amico D1, comunemente noto come il fastidioso amico saggio, l'amico E, meglio conosciuto come l'amico + e l'amico D2 (ultimo non per contributo, anzi, sono sue le migliori perle di saggezza della serata); i miei tre amici rendono reale il mantra che avevo pronto nel cassetto ed aspettava solo il momento giusto per essere tramandato ai posteri:
Ogni volta che mi raccontano la storia dello stronzo più stronzo che possa esistere, immediatamente me ne raccontano una che riesce a sorprendermi: MERAVIGLIA DELLO STRONZO.
So che di stronzi abbiamo parlato a profusione, d'altronde l'uomo stronzo è di per se l'oggetto del decalogo, che se volevo scrive dell'amor cortese mi bastavano tre righe e ciao.
Ma oggi ribaltiamo in punto di vista, che di quello che penso io sugli stronzi s'è già detto abbastanza, oggi sapremo cosa pensano gli uomini degli stronzi.

" a voi donne piace essere trattate di merda, quello che non capite, il problema, è che se vi trattiamo di merda non è perché lo vogliamo fare, ma solo perché non ci importa di voi. Se ci piace una donna non riusciamo a trattarla di merda, anzi...noi viviamo in funzione vostra"
Cito testualmente.

Ora, traducendo: mi spiegavano che se un uomo riceve un messaggio -per esempio- da una che frequenta, ma alla quale non è interessato, ed a suddetto messaggio non risponde, non lo fa per fare lo stronzo. Agli uomini manca, tecnicamente, quella sinapsi: agisco per danneggiarti, ferirti o fare lo stronzo; un uomo non risponde perché rispondere non è tra le cose che gli interessa fare.
La famosa equazione: uomo= pappa+cacca+nanna+VOGLIOTROMBARE.... Estremizzata, ovviamente, non ci va troppo lontano.
E allora diventa tutta una specie di questione anatomico-culturale, se non è una questione di consapevolezza, se non lo fanno per il gusto di essere stronzi, ma solo per totale assenza di interesse, allora decade l'oggetto della battaglia che crociate di donne hanno portato avanti nei secoli dei secoli...in sostanza: lo stronzo non esiste.
Esiste solo l'uomo interessato a te e quello non interessato.
Liberata da questo fardello, da domani sarò una donna nuova.



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martedì 19 marzo 2013

Arrivederci Amore, ciao, le nubi sono già più in la...

Ciao Roma.
Non mi fai più paura.
L'aereo atterra con una puntualità imprevista.
Siamo già arrivati? Alzo gli occhi dal libro.
Mi sembra di essere appena decollata e siamo già qui. Chiudo il libro, lo stringo forte, trattengo il respiro e guardo fuori dall'oblò sporco di pioggia, di polvere e di vento.
No, aspettate, non sono pronta. Non sono pronta all'aria di Roma, al cielo di Roma, non sono pronta.
Scendere dall'aereo mi costa una fatica sovrumana. Ogni gradino cento lame, Roma ad ogni passo è un po più vicina.
Roma è lì che mi aspetta, l'ho fatta aspettare sei anni, sei lunghi anni di silenzio e di rancori.
Non piangere, stupida. Non piangere adesso, non qui, non oggi, non davanti a loro. Non piangere, stupida!
Oggi Roma ed io dobbiamo fare pace.
A costringerci è proprio l'azienda che da Roma mi ha portato via, ormai nel 2007, che sembra ieri quando ho salutato LUI alla stazione senza sapere che non l'avrei mai più visto. Mai.
Da allora Roma per me è stata un ricordo doloroso, una spina nel mio cuore spezzato, la città che me l'aveva portato via, che ci aveva accolti insieme e che ci aveva separati per sempre.
Quanto ho pianto il giorno del trasloco, quanto ho pianto salutando mio fratello, con la macchina carica di piatti e lenzuola, di sogni di un lieto fine che credevo di meritare. E lo sapevo che era una cosa passeggera, che ci sarei tornata al paesello, non sapevo quando, non sapevo come e perché ma sapevo che sarei tornata insieme a LUI. A LUI, che per LUI ho lasciato il paesello, per accompagnarlo ad inseguire il suo sogno, per LUI che se non sono morta per colpa sua, dopo quello che mi ha fatto, che per colpa sua troppe notti mi sono svegliata con la paura che quel dolore non se ne sarebbe mai andato...LUI, che ha reso Roma mi acerrima nemica, LUI, che a Roma è nato e cresciuto, che me l'ha fatta esplorare e scoprire, e amare. Che se posso respirare, oggi, a Roma, è solo perché ho la certezza che LUI non ci vive più, che non cammina per quelle strade, che non corro il rischio di scorgere la sua schiena, mentre il taxi corre veloce verso l'albergo.
Scaccio il pensiero, chiacchiero, sorrido a profusione, stringo mani.
Il meeting mi avvolge nelle sue luci inaspettate, nella sua programmazione fitta di impegni, di conferenze, di discorsi da scrivere, da leggere, di premi da ritirare.
Il meeting mi gratifica. Mi dividono da Roma pochi centimetri di cemento, quei muri che sembrano restringermisi addosso, quando smetto per un attimo di ascoltare un capo assorto nel suo discorso sullo scostamento dal budget e realizzo che sono lì, che sono a Roma.
Roma svela i miei fantasmi, libera gli scheletri nascosti negli armadi e li rivela prepotente, rendendomi piccola e vulnerabile.
E così grazie a Roma, o per colpa sua, per la prima volta trovo il coraggio di scrivere di LUI, del ricordo di LUI che ormai accarezzo amorevolmente, che la rabbia è svanita, il rancore ha lasciato il posto alla tenerezza delle immagini dei giorni felici, delle passeggiate a Sabaudia, dei suo occhi grandi e dei suoi capelli ricci, sempre bagnati.
L'aereo decolla puntuale. Sospiro.
La resa dei conti. Abbiamo chiuso la partita rimasta in sospeso anni fa, Roma ed io, ed ora torniamo civilmente amiche. Ci tornerò forse un giorno, con un nuovo amore, magari, con altre gioie, forse, che cancelleranno i brutti ricordi e renderanno le cicatrici meno evidenti.

Quando arrivo a Torino è notte, Roma è ormai un ricordo, come LUI, ormai un ricordo lontano.
Arrivederci AMORE, ciao, le nubi sono già più in la...


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giovedì 14 marzo 2013

Il post leggero

Che vi ho già ammorbato abbastanza ultimamente.
Ed a chi lo pensa davvero, che sono ammorbante, dico: dovreste conoscermi in questo periodo, fatevi un aperitivo con me e poi ne riparliamo, ok?
No perché io sono LAGIOIA, ok?
Basta umore plumbeo, che ho deciso che le sfighe me le tiro addosso dandomi della sfigata da sola. (Perché non lo sei?)
Sarà che nelle ultime settimane tanta gente mi ha detto che mi vuole bene, letteralmente, me l'ha detto o me l'ha scritto...e mica si sta tanto male, dopotutto, ad essere amate.
Sensazione strana.
Quindi anche oggi lascio che per me parlino delle immagini, ma hanno un colore diverso, insomma, sono un po' meno grigie.
Giuliachesiavvicinaalcolore...

Però un sassolino dalla scarpa io proprio me lo devo levare, che io pensavo che fosse solo una fissa di alcune blogger spaziali che leggo ultimamente: c'è davvero ancora qualche stolta che mette le calze color carne?
Perché la scorsa settimana, oltre a scoprire che le mie amiche mi vogliono davvero bene, ho anche scoperto, con amarezza e pietà cristiana che se l'avessero saputo al conclave la fumata bianca la facevano per papa Giulia, cioè, dico io, ho scoperto che ci sono ancora delle persone sotto gli ottant'anni che si mettono le calze color carne. (E le scarpe che le ho viste, cosa credi, nel negozio dei cinesi e ti cadono le dita. E il vestito, hai preso dai cinesi anche quello? Va che ti viene la peste!)
Uso un mezzo di comunicazione di massa, lo dico apertamente, lo dico per quelle come me che sono ancora alla ricerca del principe azzurro: ogni volta che una ragazza si mette le calze color carne , da qualche parte nel mondo un uomo bellissimo-simpaticissimo-intelligentissimo-dolcissimo-fortissimo-issimo-issimo-issimo diventa gay.
Ora sapete con chi prendervela.

















domenica 10 marzo 2013

Partenze- Arrivi- Partenze

E ancora arrivi, e partenze, e arrivi e partenze.
Che fanno male.
Ho mie grossi occhiali scuri, quelli nuovi, quelli tondi, che li terrei su anche per dormire. Ho messo quegli occhiali per nascondere che sto ancora piangendo.
Piango ad ogni sua partenza.
Ma aspetto che la macchina sia andata via, che la porta si sia richiusa alle mie spalle, che lei non mi veda, per farlo. So che anche lei fa così. Cerchiamo di trattenere le lacrime, di ingoiare il groppo che stringe la gola, di nascondere il magone.
È per questo che adesso posso piangere, perché la mia Amica Lontana è partita.
La vacanza è finita.
Lei si porta via quella me che sono solo quando sono con lei, con L'amica bionda che fa la mamma e con la piccola amica.
Loro, che sono le sorelle che ho scelto di avere nella vita, e che solo con loro galleggio in quella strana dimensione ultraterrena di felicità inebriante.
Poi la mia amica lontana riparte e una morsa mi stringe un po lo stomaco perché non so quando la riabbraccerò ancora, e so che quando sarà, sarà comunque tra troppo tempo.
Piango perché, come sempre, mi mancherà. Piango perché sono un'egoista di merda e vorrei che tornasse qui, ecco l'ho detto. Piango perché le voglio bene e voglio che sia felice e so che lei è felice la e da quella città, da quell'amore e da quella vita vorrei che avesse di più.
Vorrei che avesse tutto.

Ho ancora addosso le sensazioni di una notte intensa, come solo le notti passate insieme riescono ad essere. Il mal di testa di chi ha bevuto troppo, i ricordi confusi che si mescolano e si confondono.
I dubbi. I "avró fatto bene o avró fatto male?" mentre da regina delle seghe mentali giocherello con i capelli, come faccio sempre quando penso... E le mie amiche, che lo sanno, che mi sgridano, "comportati male" - dicono- "smettila di pensare" -dicono- .
Le mie amiche. Il brindisi alle "amiche del cuore", che forse non tutti possono capire, ma secondo me si può essere amichedelcuore, nel senso più profondo possibile, nel senso che io lo so bene che il mio cuore è annodato al vostro, con un bel nastro di seta rosa, ovviamente.

Fai buon viaggio amica lontana.
Aspettando il tuo ritorno, il nuovo arrivo, sono tanto magicamente felice quando triste.







sabato 9 marzo 2013

Per Cristina.

"Non vedo l'ora di andare a casa a cambiarmi"
"Ho mangiato troppo"
"La prima cosa che faccio appena arrivata a casa è un bagno lunghissimo"
"Che male ai piedi!!!!"
"L'acconciatura tira..."
"Ce l'ho ancora il rossetto?"
"Ma quella, che scarpe si é messa?"....

Eccole, le amiche della sposa, in macchina, quando la musica é finita e gli amici se ne vanno.
Hanno parlato tutto il giorno, hanno riso, brindato e pianto, dicono di essere stremate, ma hanno ancora la forza per chiacchierare.

Io sono tra loro, sto guidando, sono quella che si lamenta del male ai piedi, infatti guido scalza.
Ho mangiato tanto, anche, bevuto molto e parlato tantissimo.
Ho riso, ma quello lo sapevo che sarebbe successo.
Di commuovermi così, però, non me l'aspettavo. Di piangere ed emozionarmi così, non l'avevo preventivato.

Cristina si è sposata oggi. È la prima volta che chiamo qualcuno con il suo nome qui sul blog, e dopo questa volta non credo lo farò più, ma per questa volta e solo per oggi devo dirlo, perché è questo che conta: Cristina si è sposata.

Vorrei dire tante cose a lei, vorrei augurare a lei ed a suo marito tutta la felicità che ognuno vorrebbe per se stesso, ed anche un po' di più.
Potrei scrivere per ore, su questa giornata, e non è detto che non lo faccia, prima o poi.
Non adesso, perché sono stanca davvero, ho mangiato troppo davvero e una doccia è tutto ciò che bramo.

E allora quello che ho da dirle, lo dico con quello che ho scritto per loro e che oggi ho letto, per loro, durante la cerimonia del loro matrimonio.
Che lo so che eri troppo emozionata e non hai sentito nulla, ma gli occhi erano lucidi, anche i tuoi, la mia voce tremava troppo e ad un certo punto mi sono dovuta sorreggere, perché mi tremavano mani e gambe, otre alla voce.

Auguri Amica Mia.
Che ti voglio bene lo sai, te lo ripeto perché tu possa rivederlo scritto qui ogni volta che avrai bisogno di sentirtelo dire...


- È da quando siamo bambine che ci insegnano a vivere con il mito dell'amore romantico, per noi che abbiamo trent'anni e siamo cresciute nel miraggio delle principesse di walt Disney, l'amore è un principe azzurro senza paura che bussa alla nostra porta quando meno ce lo aspettiamo.
Ciò che stiamo vivendo oggi, la favola che abbiamo davanti agli occhi é quanto di più vicino a questo si possa immaginare.
L'esempio che quando meno te lo aspetti , è l'amore che ti viene a cercare.
I protagonisti di questa favola, che oggi iniziano a scrivere il secondo capitolo della loro vita insieme,
Ci insegnano a costruire le nostre gioie con semplicità , ci insegnano che in alcuni casi stare insieme è l'unico modo per "essere" davvero, perché senza non saremmo le stesse persone...
ci insegnano che la strada per il lieto fine in alcuni casi è quella che stavamo già percorrendo senza accorgercene.
Ma questo è quanto di più bello e meraviglioso ci riserva la vita.
questa vita che può stupirci ogni giorno con carambole inaspettate, colpi di scena e cambi di direzione, anche bruschi, che danno un nuovo senso al percorso.
Loro mi insegnano che "ciò che amore vuole, amore lo tenta sempre" e non solo perché così diceva Romeo alla sua Giulietta, ma perché loro ne sono l'esempio. sono l'esempio di come con volontà, amore, rispetto e pazienza si possa arrivare a costruire qualcosa che nella sua sconcertante semplicita é quello che noi bambine sognamo da sempre: il grande amore. -














venerdì 8 marzo 2013

grazie per gli auguri.


Si, grazie.
Grazie davvero.
E per le mimose.
E per i complimenti, e per l'affetto.
Grazie.

Ma non dimentichiamoci di questo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_donna


Non dimenticatevi della mia amica bionda, che fa la mamma, e che proprio per questo non riesce a trovare un lavoro decente.
Non dimenticatevi di chi fa carriera in un'azienda e poi deve soffrire gli sguardi accusatori degli uomini, che di sicuro l'ha data a qualcuno, per essere li, dov'è.
Non dimenticatevi della mia piccola amica che domani si sposa, che passa le giornate al telefono a rispondere a gente incazzata: "Lei è una call center, faccia LACALLCENTER" e lei, nemmeno ci lavora, in un call center.
Ricordatevi della mia amica lontana, che parla tante lingue, legge tanto e potrebbe conquistare il mondo e invece sorride ai nuovi uomini ricchi, che sono i soli a poter comprare, in quel negozio...e ci arriva, a 1000 Euro al mese?
Non dimenticatevi delle donne uccise da un regime, da un amore sbagliato, da un lavoro sbagliato.
Non dimenticatevi che siamo nel 2013 e che per noi donne è ancora troppo difficile vivere.






martedì 5 marzo 2013

Niente da dire, troppo da dire.

E scegliere di restare in silenzio.

Leggo tantissimo negli ultimi tempi.
Blog, libri, giornali.
Mi circondo delle parole per sentirmi meno sola.
Cerco di stare lontana dal mio, di blog, per non scrivere le solite cose. Per non annoiare quanto sono annoiata.
Arriva la mia amica lontana oggi. Si sposa la mia piccola amica sabato.
Saranno giorni intensi e non vedo l'ora di viverli.
Quando saranno passati avrò qualcosa di cui parlare. Molto da raccontare.


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