...E per quanto sia faticoso abbandonare la strada già segnata ed apparentemente più sicura, scopre che è possibile trovare nuove vie, e che ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno.
Saper sognare è un dono, ma il sogno può diventare una gabbia dorata se per realizzarlo si accettano così tanti compromessi da perdere di vista la felicità. Perché é giusto credere nelle favole. L'importante è saper accettare che la nostra potrebbe essere diversa da quella che abbiamo sempre immaginato.

domenica 30 dicembre 2012

Parole

Avevo iniziato a scrivere il post che parla di LUI.
E per la prima volta, forse nella mia vita intera, mi sono mancate le parole.
Perché su di LUI non c'è più nulla da dire? O forse perché parlare di LUI lo riporterebbe qui, con me, in questa casa che avevo costruito per noi e che lui non ha nemmeno mai visto...
A volte le mie parole fanno paura, a me.
Dopo che mi sono uscire, dalla bocca, ma sopratutto dalle dita, perché quando scrivo non sono io e sono io in senso assoluto.
Forse é per questo che, nonostante la volontà, non riesco a scrivere di LUI. Se le mie parole uscissero dalla mia testa e restassero impresse così violente come sono nei miei pensieri, forse rileggerle potrebbe farmi una paura che non ho voglia di vivere. Perché é stato difficile riuscire a parlare di LUI senza piangere per anni; e se di norma penso che scrivere mi aiuti ad esorcizzare le seghe mentali da reginaindiscussadelleseghementali, in questo caso ho paura che scrivere di lui riporterebbe in vita un dolore che faticosamente ho insabbiato e tentato di dimenticare. Perché quando i ricordi sono così pesanti e le cicatrici così evidenti, forse, é meglio tacere, perché parlarne non fa che evocare una sofferenza. Oggi, quindi, le mie parole mi fanno paura. Quello che potrebbe uscire dal mio cuore e dalla mia memoria, rimanendo impresso qui, nel mio piccolo mondo virtuale, rischia di essere troppo emotivamente doloroso da affrontare, una volta impresso "nero su bianco". No, forse non sono ancora pronta.
Forse non lo sarò mai.
E per quanto io sia perfettamente consapevole che una cicatrice non fa male, é solo il segno perenne del dolore che hai provato e che forse, almeno nel mio caso, sta lì a dimostrarlo che se ce l'ho fatta quella volta, a non morire, potrò farcela sempre...
Ecco, per me quella cicatrice, la cicatrice di quello squarcio nel cuore, significa che da allora non sono mai più stata la stessa e che niente, nell'amore, per me, sarà più uguale.
Davanti ad un bicchiere di vino, qualche sera fa, parlavo con una piccola amica prossima al matrimonio che come fa a contenere tanta saggezza nei suoi 50 kg scarsi io ogni tanto me lo chiedo sinceramente.
Parlavo di me, della paura che ho di non saper amare mai, più, mai più. Io mi sento così, ad ogni fallimento sempre più cosciente dei mie limiti, del mio blocco, delle mie paure.
Parlavo del mio brutto carattere.
Ed ecco le parole che ogni amica, da un'amica, dovrebbe sentirsi dire, per capire che qualche cosa di buono, nella vita, é riuscita a farlo.
La piccola amica dice che io non ho un brutto carattere, a parer suo, che ho UN CARATTERE, il che, a parer mio, è pure peggio.
Io ho confini netti, idee precise ed una personalità fortemente definita. Delle volte, forse, sono un po' rigida...mentre lei è morbida, accondiscendente e paziente e.....AVOLTEVORREBBEESSERECOMEME. Sbalorditivo. Lei, che ha un uomo che la sposerà e che vive per lei ed in funzione di lei, lei dice che a volte si domanda qual'e il confine che la separa dalla sua vera essenza e dal leifidanzatadilui.
Quindi è questo lo stato delle cose? Chi è troppo rigido, come me, vorrebbe essere più flessibile e chi non lo è lo vorrebbe essere in una spirale di piccole insoddisfazioni che non si chiude mai...
Mal comune mezzo gaudio, si potrebbe dire.
Ma a me il male comune non ha mai dato gaudio, perché se tre i miei millemila difetti ho un pregio è che sono altruista e generosa in modo compromettente e, delle volte, anche doloroso.
Quindi, no, mal comune mezzo gaudio una sega.
ne ero sicura, io, lo sapevo che il bisogno di tirare fuori i miei pensieri pesanti ed ingarbugliati, che mi ha spinto a scrivere, non ha fatto altro che renderli parole ingarbugliate e pesanti.
Che di me dicono che nonostante io mi proclami anaffettiva, disillusa e disincantata, sono solo piccola, fragile ed insicura.
Che faccio la forte, la leonessa, ma sono un micino che ruba forza, rassicurazioni ed amore da chi un po' di uno ed un po' dell'altro, nel corso della mia vita, non me l'ha mai fatto mancare.
Il mio FASTIDIOSOAMICOSAGGIO, la PICCOLAAMICA, l'amica lontana che forse è stata proprio lei a proclamarmi reginadelleseghementali, la mia amica bionda che fa la mamma e di seghe mentali nemmeno l'ombra in tutta la sua vita, l'amica bionda che mi regala perle di autostima quando l'autostima manca, e manca spesso, quell'amico un po' Peter Pan style che mi fa ridere quando ne ho bisogno e si trasforma quando i miei bisogni sono più seri...
Eccoli, i miei intricati e convulsi pensieri, che so che se dovessi rileggere questo post prima di pubblicarlo probabilmente non lo pubblicherei più.
Ma so già che avrò voglia, tra un po', di rileggermi per dire a me stessa quanto sono ingarbugliata, nebulosa, noiosa e sciocca...so che lo farò, in uno di quei momenti di apparente calma, in cui tutto sembra andare bene, quei momenti che quando vanno via ti rimproveri per non esserteli goduti abbastanza.
Ogni tanto poi tornano, qui momenti, un bicchiere di vino, una passeggiata con l'amica lontana e il cane, una colazione con la mamma e la bimba, una giornata di sole come oggi, che se forse esco sul balcone e faccio un bel respiro tutto sembrerà più facile.



sabato 29 dicembre 2012

C.A.P.O.D.A.N.N.O...

Ogni anno, puntuale come un orologio svizzero, arriva, LEI, la domanda:
COSAFAIACAPODANNO?????????
e puntuale come solo io so essere, come solo le mie risposte pungenti possono essere, eccola, la mia risposta: NON LO SO. (E non me ne frega un cazzo!)
ma perché? Dico io, questa ossessione per la notte di capodanno?
Lo so che sono fatta male io, ma come sempre, quando una cosa agli altri piace troppo, per reazione a me fa schifo.
Io la notte di capodanno l'aborro. Profondamente.
Lo stress che sideveperforzafarequalcosa, che le mutande rosse ce le devi avere, figlio mio, che senza c'avrai un anno sfigato, che "chitrombaacapodannotrombatuttoanno".
Parliamone.
Settimana bianca con gli amici: fatta
Cena e festa in discoteca: fatta
Baita in montagna: fatto
Capodanno in piazza: fatto...
E potrei andare avanti a lungo, ma sono buona.
Le mutande rosse sempre, perché sono scaramantica e non si sa mai...
Risultato? C'è bisogno di dirlo?
L'anno scorso, dopo un anno piuttosto di merda, ho fatto le cose per bene.
Invitata da amici di amici di amici si va a cena in una discoteca (nella quale durante l'anno non metto piede nemmeno sotto tortura, nemmeno legata, imbavagliata e sedata), chiusa al pubblico ed adibita a festa privata per pochi "eletti".
Sono stata brava, l'anno scorso: vestito capodannostyle, rossetto rosso ed unghie perfettamente smaltate, capello che stava bene per forza, dopo gli sforzi profusi nel rendere l'acconciatura presentabile, i pianti, le preghiere e qualche bomboletta di lacca...
MA-CHE-DUE-PALLE, che due palle, ragazzi.
Ma perché io mi devo infliggere certe punizioni? Che si sa che io sono selvatica, un po' sociopatica e strana, che dice tutto e dice niente e racchiude tutta la mia essenza.
A me la festa per forza mi mette la tristezza, lo sappiamo che io c'ho la tristezza e che se già le feste mi rendono triste, dovermi piegare al cliché di una festa che va festeggiata necessariamente, perché se non festeggi sei out, sei sfigato, patetico e poverino...ecco, scatena in me quel meccanismo di reazione che si attiva da quando avevo più o meno quatto anni, ad ogni imposizione.
Eravamo al parco, io e Papá, magari non avevo quattro anni, ma l'età era quella, su per giù.
Bene che stavo, io, a giocare da sola.
Niente, i bambini giocano in gruppo, sennò sei diversa. E quindi eccolo, mio padre, che da allora non ha mai perso il vizietto di dirmi cosa devo fare: "Giulia, perché non vai da quella bambina e le dici CIAOVUOIESSEREMIAAMICA..."
Io, che ero piccola e le parolacce ancora non le conoscevo: "..................!!!!!!!!........****************???????......"
Quindi io le cose per forza non le faccio, le cose perché le devo fare non le faccio.
Ma davvero, se volessi stare a casa, in pigiama, a mangiare schifezze e guardare le repliche di Grey's anatomy, mi chiedo, sarei davvero una pecora nera sociale?
Che io alle 23 comincio a sbadigliare e mi viene l'ansia, che per me alle 00.10 CIAO È STATO BELLO BUONA NOTTE A TUTTI...
Ed invece no, è solo l'una non puoi andare a casa così presto, sono solo le due, sono solo le tre....è capodanno!!!!!!!!!
La notte di capodanno, per tradizione, dovrebbe servire a salutare l'anno che se ne va, ma io non gli voglio parlare, al 2012, che mi sta sul culo, che come il 2011 non é che sia stato molto generoso con me.
Non ho nemmeno grandi propositi per il 2013, che gli hanno scorsi avevo fatto persino una lista e, per la legge della sfiga direttamente proporzionale alla scaramanzia, mi ha portato male.
Per me il primo gennaio, da sempre, equivale all'inizio della dieta...che durerà, come ogni anno 12 mesi. Per il resto, come sempre. Nulla é cambiato, da ieri.



lunedì 24 dicembre 2012

Tutta colpa dei miei genitori...

Per un motivo o per l'altro, si sa, è sempre colpa loro.
IOODIOIMIEIGENITORI, ogni esemplare di sesso femminile con un età che oscilla tra il 12 ed i 16 anni (DIO LIBERI LE DONNE DA QUEL PERIODO) con un'adolescenza travagliata come la mia l'ha pensato, almeno una volta, anche due, tre, quattro...
Insomma,
È tutta colpa loro, ma alla fine ci torni sempre, da loro, bambina debole.
Freud docet.
Chiamatelo complesso di edipo o semplice dato di fatto, ma mio padre mi ha rovinato la vita.
Rovinata e condizionata in modo irreversibile.
Mio padre ama mia madre.
Chissacosapensavate.
Papà, mi leggi? Ti sei spaventato, eh?
Mio padre ama mia mamma di quell'amore fottutamente meraviglioso che tutte le donne sognano.
Mia mamma, che alle prime pene d'amore mi citava la MIA, che gli uomini non cambiano, prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola.
Macchenesai tu, mamma.
Beata te, che MIA diceva che l'uomo in gruppo è più cattivo e quando è solo ha più paura, ma i miei sono sempre stati cattivi uguali.
Mio padre rispetta e stima mia madre, la protegge e nello stesso tempo ha bisogno di lei come un bambino.
Mio padre senza mia madre sarebbe un uomo perso, lo dice sempre: iosenzalamammanonsostare, un paio d'ore fa l'ultima volta.
è il braccio destro e la metà del cuore di mia mamma, sono ciò che manca uno dell'altro per essere completi.
Sono un assolo.
Quarant'anni insieme per sentirlo dire tutte le sere, a cena: "avete visto che bella la mamma oggi?".
I miei genitori insieme sono felici, basta.
Quanta banalità in una vita insieme, se questa vita è felice.
Che palle quarant'anni di vacanze insieme e non annoiarsi mai.
Quanto impegno ci si deve mettere perché questo succeda?
Quanto ci si deve smussare, modellare per diventare la metà della mela perfetta per qualcuno?
Quante volte ci si deve piegare ad un compromesso, si deve ingoiare un piccolo rospo o farsi morire una frase in gola anche se è li, sulla punta della lingua che spinge per uscire?
Quando vivi per trent'anni con questo esempio, dico io, come puoi accettare il compromesso di accontentarti della marmaglia informe e degenere (degenerata e degenerante) di gente che c'è in giro?
Accontentarsi, è questo il punto.
In buona sostanza insegnandomi l'amore mi hanno traviato. Hanno inculcato nella mia mente da bambina, adolescente poi, ragazza e donna l'idea che è così che dovrebbe essere ed ora, trascenderne, diventa piuttosto complicato.
Per non dire praticamente impossibile.
Non puoi trascendere da questo, se questo è quando hai visto, respirato ed imparato nella vita.
Che poi, a pensarci bene, chi vuole trascenderne? Chi è disposto ad accettare qualcosa di diverso sapendo che può esistere una cosa così...
ora, a dispetto di quello che puó pensare Freud, o la Melanie, sua discepola, che sinceramente a me mi inquieta un po la figura di Freud, perché uno che partorisce certe idee, così dal niente, qualche problema ce l'aveva già di suo, a dispetto di quello che dice lui, a me mancherà sempre qualcosa.
Tutto questo in buona sostanza significa: avere come esempio di vita l'amore è un male.
Vedere come si vive in mezzo all'amore ti mette un sacco di paletti, di limiti e di vincoli. è oggettivo!
Vedere il loro amore rende più chiari i miei confini e più limpide le mie mancanze.
Che il mio ormai famoso senso di inadeguatezza si propaga e dilaga al pensiero che io dovrei vivere un amore così e sono lontana anni luce anche solo dall'averlo intravisto da lontano, un amore così.
Quella è la strada per la felicità e saperlo mi rende il percorso per raggiungerla più facile o più tortuoso?
Per stasera dovrò accontentarmi di una serata tra amici, di cose semplici, che non sono poi così male, non sono male per niente, in effetti.
Per stasera, che è Natale e si sa che siamo tutti più buoni, anche io che buona non lo sono mai, mi sento fortunata un po come è fortunata la mia mamma, a modo mio, ad avere chi mi scrive "per me sei la numero uno". Che ad essere la numero uno per una persona come lui c'è già da sentirsi arrivate nella vita.
E per la cronaca, uno come lui, a mio padre piacerebbe pure.

sabato 22 dicembre 2012

E poi mi chiedono perché sono ancora SINGLE

Sono le quattro del mattino di un sabato notte trascorso con due meravigliose amiche bionde e dormire è fuori discussione.
Sono talmente in botta da stimoli, visivi, uditivi (e olfattivi, DIOCENESCAMPI), che proprio non si può dormire, quando hai trascorso una serata così.
Stasera, gentili esponenti del sesso opposto, mi avete offerto una serie talmente ampia e interessante di spunti di riflessione che il mio status sociale di ZITELLA impenitente si amplia e si colora di sfumature impensate.
E dopo stasera, e lo dico con un pizzico di sollievo, mi sento un po' meno colpevole.
Che si sa, io sono una stronza, ormai é stato detto, che "non si capisce mai cosa pensi davvero" e che io c'ho la faccia da bambola bastarda....lo so, lo so.
Ma stasera, all'equazione UOMO=PAPPA+CACCA+SONNO (+ VOGLIOTROMBARE), si aggiungono, in ordine sparso:
Mi ubriaco, ballo sconsideratamente, mi ubriaco tanto, mi ubriaco in modo molesto, limono qualsiasi cosa mi capìti a tiro (che la mia professoressa all'università diceva "ogni cosa ha il suo nome", ma in questo caso si può parlare solo di COSA in senso meramente oggettivo), sudo in modo imbarazzante, biascico parole a caso, faccio avance in modo molesto, molesto, sono molesto, inneggio imbarazzanti cori alla malcapitata mamma puttana di qualcuno a caso, mi picchio con qualcuno a caso perché fa uomo rude, mi picchio con un amico perché fa capobranco, mi picchio da solo perché sono scemo...spintono perché io sono forte e c'ho il muscolo scolpito, sbavo dietro a due poverette che si strusciano ignare di denigrare la popolazione femminile tutta, sbavo ancora di più dietro a quelle due oche che più tu sbavi e più loro si strusciano, che se sbavo ancora un po' poi magari quelle si baciano e io raggiungo il nirvana, bevo fino a raggiungere il tasso alcolico limite per il coma etilico e se poi, in coma etilico ci finisco davvero, sai che Figo quando lo racconto agli amici? "Bevoooo, bevoooo, bevo, bevo, bevo, mi ubriaco e sono felice anche se poi vomito", eccolo, l'inneggiante inno alla supremazia maschile.
E noi siamo il sesso debole.
Stasera, giusto per citare un episodio, ho ricevuto un invito a cena.
Fin qui, tutto piuttosto nella norma...
LUI: ciao Giulia, ti ho vista tutta sola e sono venuto a salutarti
IO: ciao, hai fatto bene, come stai? Cosa fai adesso?
LUI: cosa faccio stasera?
IO: mmmmm, no, nella vita, ma non importa, bevuto troppo? Ce la fai ad articolare un pensiero?
LUI: si, mmmmm, no, ecco, mmmm, si, eehhhmmm, cioè, si, no, pensavo che non ti ho mai chiesto di uscire perché sei la sorella di un caro amico, ma adesso che non convivo più perché quella situazione non mi piaceva e ho scoperto che non sono uno da convivenza, magari ti invito a cena
IO:...............................
IO:????????????????
IO:!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
IO: sono ancora la sorella di un tuo amico
LUI: si, si, ma noi siamo amici su Facebook? Perché non mi piace chiedere numeri di telefono alle ragazze quando sono ubriaco (ma gli inviti a cena, quelli si eh? N.d.r, cazzo!) me la mandi l'amicizia? Così andiamo a cena?
IO: ne parliamo poi quando sei sobrio ok?
LUI: nwgekjrhkejrfjeirltsdnwekgksjhisfuglietjgntgbvjhbjhefkruotilkaerng kguehrgj dstjgseuitghekfjgniu skdjngrsttksrtngljnio irsngourstgiusethglg
IO: ciao. Buona serata, divertiti.

Adesso, e c'ho i testimoni e ve lo giuro che non sto esagerando, ma davvero non saranno passati cinque minuti di orologio da questo interessante dialogo che lo vedo a 10 metri da me che si limona impenitente una presa a caso dalla pista da ballo.
Mi giro dalla parte opposta, per risparmiare ai miei occhi cotanta scena (e la mia amica che ride sguaiatamente) e scorgo tre strani individui che ballano con le magliette tirate su e la pancia scoperta, ma perché? Perdio????
Disperata. A quel punto sono in panico: sono circondata da imbecilli. No, perché al peggio non c'è mai fine e il mio "spasimante", perché fa scena chiamarlo così, finito di limonare torna alla carica come niente fosse, lui. Riproponendo la manfrina dell'amicizia su Facebook e altre cose che, come significato, avevano più o meno questo: wejkhkaejrn ktughiuewrhgruewrh oindsiuelsihgesljtng sarkgeakrgaekrjng kesigtuhksk ijogasrkjf.
Stasera ho visto di tutto, il mondo doveva finire ieri, i maya si sono sbagliati e tutti gli esemplari assurdi esistenti su questo pianeta sono usciti dai rifugi antiatomici che si erano costruiti, rovinati da giorni di deprivazione sensoriale, per riversarsi senza pietà nel locale da me e dalle due amiche bionde scelto per qualche ora di magra caccia.
La storia del vitellone, italiano medio, con camicia bianca iper aderente sotto un giaccone di montone peloso alla TRONISTASTYLE che ci prova, in questo ordine con me, con amica bionda 1 e amica bionda 2 ed al terzo rifiuto comincia a riversare epiteti eleganti e imprecazioni lusinghiere, questa storia ve la risparmio, per stasera, ma forse solo perché non posso sopportare troppo, qualcosa devo dimenticarlo, per sopravvivere.
Ora, mie cari uomini, che io vi amo, tutti, incondizionatamente e so che lo sapete, sempre per non fare di tutta un'erba un fascio, vale sempre la regola dell'eccezione che questa regola la convalida (o la invalida), e quindi io lo so che abilmente e sapientemente mescolati nel branco inumano di uomini da circo, ci siete anche voi, portatori sani di cervello, che se fosse per me vi proporrei al WWF come specie in via di estinzione da proteggere. Manderei anche un contributo economico, a mezzo bollettino postale, se servisse a mantenervi in salute.
So che ci siete perché stasera, nel delirio generale, uno di voi mi ha regalato qualche minuto di brillante conversazione, che mi ha aiutata a rileggere alcuni degli avvenimenti della serata in chiave maschile, che apprezzo lo sforzo, ma ci vuole di più per scalfire il retaggio di tutti i miei anni di esperienze negative, caro mio. Comunque sei stato un faro nella notte, lo dico per te, per chi sta con te e per chi ci starà, che le relazioni non sono tutte impegnative e che, anzi, non dovrebbero esserlo per niente, che una relazione dovrebbe essere semplice, caro il mio faro nella notte, stasera la lezione è questa: è probabile che qualche lanterna ci sia, la fuori, che non siano tutte lucciole, possiamo solo incrociare le dita, appenderci al collo la zampa di un coniglio, farci il segno della croce, per chi ci crede, accendere un cero alla Madonna, a Padre Pio, a sant'Antonio ecc ecc ecc e sperare di inciamparci, prima o poi, sulla nostra lanterna.

E fu così, grazie al mio famoso dono della sintesi, che si fecero le 5 del mattino.
Vado a dormire che c'ho una certa età, io.


venerdì 21 dicembre 2012

Se mio fratello sapesse

Se sapessi, davvero, com'è stato per noi capiresti perché Papà da quel giorno non è più lo stesso.
Se sapessi, davvero, com'è stato per noi capiresti perché la mamma ora è più fragile.
Capiresti perché Tu per me non sei più solo un fratello, ammesso che tu sia mai stato solo un fratello, ammesso che un fratello possa essere "solo un fratello".
Noi non sappiamo cosa dev'essere stato per te quel periodo, quei mesi da malato, malato davvero, noi non lo sappiamo cosa hai provato.
Io non lo so.
Anche su quel l'unica volta che ti sei fatto scappare quella frase: " perché a me?" , Io l'ho capito che non eri forte come volevi farci credere, anche se subito dopo hai aggiunto "meglio a me che alla mamma", ma ormai l'avevi fatta, quella domanda, e l'avevi fatta a me.
E Io e cos'avrei dato per fare a cambio di posto.
A volte lo si dice: vorrei prendermi un po' del tuo dolore. Ma quando poi, quel dolore lo vedi davvero, sulla faccia di chi ami, non ti basterebbe prenderne un po', lo vuoi tutto, quel dolore, vuoi che torni a camminare, a mangiare, a dormire.
Perché cazzo vomiti anche gli antidolorifici?
Perché cazzo non riesci a stare in piedi?
Perché cazzo dormi con gli occhi aperti?
Perché cazzo non mangi?
Nemmeno l'ovetto kinder, nemmeno l'estathe,
Perché non ti danno una medicina? Perché non ti fanno guarire?
No, quello che hai tu non si cura, per quello che hai tu bisogna solo fare trasfusioni e sperare che quel coso che hai al dito, quella sonda, non cambi rumore, che non suoni più forte.
Quel monitor maledetto, quella macchina per la pressione che ti stritolava il braccio, ogni volta.
Se tu sapessi quante volte ti ho guardato dormire, senza sapere cosa dovevo fare, se non stare li a guardarti dormire.
Se tu sapessi che ogni mattina alle 6, quando venivo a dare il cambio a mamma in ospedale, la trovavo un po' più piccola.
Se tu sapessi con quanta ansia aprivo quei pacchetti di figurine, sperando di tenerti impegnato, per un po'.
Quante volte é vibrato il telefono nella mia tasca, mentre ti aiutavo a vestirti, o a lavarti.
Quante volte ho lasciato il telefono suonare a vuoto, perché chiunque fosse a me non importava di niente, tranne che di te.
Sono arrivata a febbraio, da te, mentre tu eri in ospedale ed io in albergo ho dovuto comprarmi scarpe primaverili e vestiti leggeri.
É cambiata la stagione mentre aspettavamo che tu tornassi a correre.
In quei giorni, che come sei stato tu non lo capiremo mai, e quello che abbiamo passato ci ha rincorso negli incubi per troppe notti, l'unico che mi faceva ridere comunque eri tu.
ricordo le poltrone della sala d'aspetto, il suono del campanello per le infermiere e la maglia con il disegno dell'uovo fritto che ti mettevi, perché tu il pigiama no e poi no.
Tu non lo sai, ma quando sono tornata a Roma, alla mia vita, la prima sera ho parlato con papà al telefono e prima di salutarmi mi ha detto: "mi manchi bimba".
Eravamo stati insieme per mesi, a Torino, ero via da poche ore, ma gli ero mancata, tutto il tempo, come se non fossimo stati insieme ogni giorno, perchè ogni giorno avevamo vissuto per te.
Quella notte ho pianto per quella frase e per ogni singolo minuto dei mesi che avevamo vissuto, perché fino a quella notte, per le lacrime, non c'era stato il tempo.

Per fortuna che questa é una di quelle storie che finiscono bene.
É proprio il caso di dirlo, questo, TUTTO É BENE QUEL CHE FINISCE BENE.
io non sarò mai più la stessa, tu nemmeno, ma doveva andare così.

Stavo pensando

"Si e 'mo le donne pensano"...direbbe mio fratello, citando un qualche film di alta cultura.
Stavo pensando, mentre sono sul lettino dall'estetista aspettando che si asciughi il mio super chic smalto scuro...
Pensavo che ok che la giornata non è ancora finita, ma forse forse i maya c'hanno ficcato una sola; che soffrivano solo di manie di protagonismo, sti qua, che la fine del mondo era solo un modo per far parlare di loro, megalomani.
E meno male che (forse) il mondo non finirà oggi perché lo chignon stamattina mi è venuto un po di merda, ho bisogno di una pulizia del viso e correndo su e giù stamattina mi sono pure smaliata una calza, ho avuto già il mio da fare, oggi, che non mi è rimasto molto tempo per morire. Che poi ho il frigo vuoto, ma magari la spesa la faccio domani perchè sarebbe il colmo spendere 100 euro in yogurt e cereali all'esselunga e riempire un frigo che da li a poco salterà in aria per colpa di un gigasteroideinterplanetario.
Quindi, lasciatemi campare ancora un po che c'ho troppe cose da fare, ancora. Ho qualche rivincita da prendermi, qualche soddisfazione da togliermi e forse a qualcuno devo dire due parole (e magari anche qualcuna in più!)
Pensavo che ho raccontato ai miei del blog e la prima reazione, di tutti e due è stata: "ma sta roba la può leggere chiunque??".
Eeeemmmmm, Si, l'obbiettivo sarebbe quello.
Che poi tanto non c'è scritto come mi chiamo, il mio codice fiscale e la mia situazione contributiva Eccheccazz!!!
E non ho praticamente ancora iniziato a parlare di me, pensate quanto sarà intimo e profondo il post in cui parlerò di LUI, che li davvero metto a nudo la mia anima, li si che di me si conoscerà il lato più oscuro e controverso.
Fino ad allora, mamma, tranquilla che al massimo parlo di quanto è bono CARLOCRACCO che ieri a masterchef me lo sarei mangiato insieme alla rana pescatrice che hanno fatto cucinare a quella poverina con gli occhiali rossi che sembrava in botta da acido....
Adesso penso solo che sono ufficialmente in ferie e che l'obiettivo dei prossimi giorni è fare tanta tanta nanna, stare troppo tempo in pigiama a bere tazzone di latte caldo con il miele e la cannella, ribaltare la casa con la forza dell'apirapolvere a vapore che nemmeno un acaro deve rimanere vivo.
Ho in programma in agenda, per questi giorni di ferie, una pulizia del viso, una capatina dalla parrucchiera, la Toelettatura del cane, che anche lui merita di essere bello e profumato, un giretto in profumeria, che ho scoperto la linea corpo al miele e sono entrata in loop da vogliotuttoalmielevogliotuttoalmiele. Ma sopratutto, prima di ogni altra cosa devo assolutamente COMPRARMI UN'AGENDA.
che la ricerca dell'agenda perfetta é più ardua di quella del Santo Ghral (o Gral o Grhal o Grahl... Di quella roba li). La mia agenda perfetta è a quaderno e sopratutto SETTIMANALE. L'agenda settimanale ha lo spessore perfetto ed entra perfettamente nella mia cartella portadocumenti. Ha i giorni in verticale (che la moleskine, perché lo fa in orizzontale, dico io?????), ha giusto giusto lo spazio per gli appuntamenti, perché io gli appuntamenti ci devo scrivere in agenda, non la rivisitazione in chiave post moderna dell'ililade!!!!
Tutto ciò premesso ho imposto a me stessa un budget non superiore ai 15 euro, perché se ancora non é chiaro perché non me la da l'azienda, l'agenda, di certo so che se volevo l'agenda figa andavo in giro con il mio amato iPad che invece sta al sicuro sul comodino di camera mia...
Ergo, non troverò mai quello che cerco e come ogni anno mi ritroverò all'ultimo ad elemosinare l'agenda omaggio di qualche banca. Ecco.
Tutto ciò premesso, conscia di non aver assolutamente detto niente che meritava di essere detto o ascoltato o letto. Mi accendo qualche candela, mi tolgo le scarpe, finalmente e comincio a meditare sul fatto che sta andando via, quest'anno strano e forse, ma solo forse, quello che arriva potrebbe essere quello della svolta. Che non vuol dire niente, ma io ci spero lo stesso.

mercoledì 19 dicembre 2012

Caro Babbo Natale

Ti scrivo perché si era detto che io e il Natale dobbiamo un po' fare pace, almeno un pochino, no?
Ecco, allora, visto che saranno secoli che non ci sentiamo, beccati sta filippica, che io il dono della sintesi giá non ce l'ho di mio e oggi mi Sa che ho da dirti un bel po' di cose.
Me lo porti un bell'uomo affascinante, intelligente, colto, sportivo, spiritoso, divertente, paziente attraente e molti altri ENTE, entro e non oltre il 9 marzo che c'ho il matrimonio della mia AMICA?
Non é che mi vada tanto di essere sempre quella sola.
Grazie.
Non voglio nient'altro.

Anzi, no, una cosa ci sarebbe, un desiderio che avrei per l'anno nuovo, però qui non so quanto i tuoi super poteri mi possano aiutare.
Dunque, vorrei non aver più bisogno di avere bisogno.
Taaadaaaannnn
L'ho sparata grossa, lo so. Ora vedo se riesco a spiegarmi.
Ha presente la frase: "se hai bisogno di parlare io sono qui", "se hai bisogno di me io sono qui"
Ecco. Quella frase li. Io non me la voglio più sentir dire.
Ok???????
Attenzione, sia ben chiaro: solo per il fatto di avere chi me la dice, e sono in molti, io sono una bambina fortunata. Lo so e sono grata (di cuore, tutto il cuore o almeno con tutti i pezzi rimasti) a chi me lo dice, con affetto sincero e lo so.
Non ce l'ho con voi ragazzi, vi LOVVO, ce l'ho con sta minchia di frase.
Non voglio piu aver bisogno di aver bisogno, di parlare, di aver bisogno, di aver bisogno di parlare.
Non voglio più aver bisogno.
Nel mio piccolo, atrofizzato, limitatissimo cervellino non aver bisogno implicherebbe essere libera di stare bene. Significherebbe stare bene, nelle sue mille sfumature, con le sue troppe accezzioni, che poi alla fine il concetto è così effimero che non si può spiegare, ma io voglio quella cosa li.
La vostra disponibilità ad accogliere i miei bisogni sarà sempre un bel gesto, ma non lo voglio più, voglio sapere che c'è, ma non voglio averne bisogno.
Ok Babbo?
E si si si, lo so che l'erbavogliononcresceneanchedelgiardinodelre.
Ma io mica ti ho chiesto una balenciaga nuova (che se però ti cresce...grazie, che qui il piatto piange), solo il +1 per il matrimonio (dell'amica, non il mio....ma non facciamo i furbi, che dopo il matrimonio scappa e chi lo vede più, la richiesta é di un uomo che arrivi giusto in tempo per il matrimonio e si fermi ad oltranza) e il non avere più bisogno.
Che la macchina nuova l'ho appena comprata, la casa ce l'ho, i vestiti non sono mai abbastanza ma non basterebbe un mese per farti l'elenco e visto che sono magnanima te lo risparmio...
Ti sembra pretenziosa la mia lettera?
Te la devo venire a raccontare anche a te la storia che la vita é una giostra che gira, ma che a me a furia di stare su sta cazzarola di giostra ad aspettare il mio turno per il giro gratis mi è venuta la nausea?
Ora basta Babbino Caro, io sono piena di buone intenzioni per l'anno nuovo, tu però fammi scendere da sta giostra che non se ne può più.


I Pro ed i contro

Giuro che io volevo farla davvero la lista dei PRO di queste benedette feste di Natale.
Come dice il mio AMICO? (Si, proprio tu, amico, che a te essere chiamato amico ti fa pure cagare!) ...
Il mio amico che dice che a me il Natale non piace perché mi soffermo sulle cose sbagliate, che se mi concentrassi sulle cose davvero importanti, sull'affetto delle persone che ho accanto ecc forse non sarebbe poi male.
E, come al solito, lui e la sua fastidiosissimasaggezzamolesta hanno ragione.
Eppure a me il clima natalizio continua a farmi un po' schifino e la lista dei contro, alla lista dei pro, gli "da una buona dose di merda", come diciamo noi giovani.
Mi spiace, ma a me le feste mettono LATRISTEZZA, è una malattia, la mia: c'ho laTristezza. Chettedevodì.
E la cosa peggiore è che quando poi passa, il Natale, quando finalmente se ne va....laTristezza rimane e un po' anche perché alla fine dovrò aspettare un altro anno perché arrivi Natale, che come ogni anno poi alla fine non mi ha fatto così schifo. Qualche bambino mi avrà certamente fatta ridere, qualche biglietto mi avrà sicuramente fatta piangere, qualche regalo mi avrà sorpresa e quasi certamente qualcuno mi avrà abbracciata più stretta di quello che pensavo.
Eccoli, quindi i Pro: la famiglia, gli amici, qualche telefonata che durante l'anno non fai, che sei un cretina perché potresti non aspettare Natale, ma poi alla fine quella voce ti cambia l'umore (volevo scrive "ti scalda il cuore", ma mi fa ribrezzo, come modo di dire!)
La notte della Vigilia, io Mamma Papà Fratello e cane che scartiamo i regali insieme, solo noi, da sempre, perché a noi piace così, è il nostro rito e guai a chi ce lo tocca. (Si si, ho detto CANE, a casa mia il mio cane ha un pacchetto da scartare ad ogni natale, perché il regalo lo merita più lui che molte persone!)
E quindi se tra i CONTRO del Natale c'è che forse questo clima ti fa sentire un po' più sola, i pro dovrebbero dirmi che sono tutto tranne che sola.
Ma io il bicchiere lo vedo sempre mezzo vuoto no? Anche se, sempre il FASTIDIOSOAMICOSAGGIO (e bellissimo!!!!!! Così è contento) dice che il bicchiere mezzo vuoto implica che c'è una metà mezza piena, che devo solo riempire la parte che manca...
È sempre solo una questione di prospettive...

Ma quella bambina che alle elementari ha litigato con un compagno di scuola che insisteva che Babbo Natale non esiste, dov'è andata?
Cazzo se esiste, Babbo, a casa nostra è entrato dalla finestra del bagno e l'ha dimenticata aperta, io ero lì, l'ho mancato per un soffio. Anche qualche anno dopo, quando ci siamo svegliati e Babbo aveva lasciato i regali sotto la scala nel salotto e noi li abbiamo visti, erano tantissimi.
Quella bambina li, dov'è ora?
Io ci credevo con la forza di una fede incrollabile, che anche se adesso so che é stato mio padre a lasciare la finestra del bagno aperta, mio fratello piccolo che trema dalla tanta emozione non me lo posso dimenticare. Forse è quella la magia del Natale che mi manca e devo recuperare. L'ho vissuta, non può essere andata tanto lontana, sarà in qualche cassetto dimenticata da tempo, basta un spolverata ed è come nuova.
Ora la cerco, se la trovo vi avverto...



Insonnia


Come ci si riprende da una notte insonne?
Che poi non è proprio la notte insonne il problema, ma i pensieri del cazzo che l'insonnia si porta dietro.
E ora, io, che dormirei anche in piedi in un ascensore pieno di gente alle 10 del mattino dopo 3 caffè...cosa ci faccio sveglia alle 3 di notte? E alle 4? E alle 5?
Capita anche a voi? Eccessifa in questi casi, PERDIO???? Mi giro mi rigiro mi arrotolo nelle coperte che poi si stropicciano e mi viene il Cristo.
E penso a cose che non avrei mai nemmeno pensato di pensare.
Tipo?
Un classico: cosa mi metto domani? 
Ebbene si, sono una di voi, siamo tutte una grande famiglia di pesci lessi con i pigiami e i capelli arruffati imbambolate davanti ad un armadio (stracolmo, ammettiamolo...) con la solita, disarmante, sensazione di NONAVERENIENTEDICARINODAMETTERE.
quindi, cosa mi metto? Non ho clienti da visitare (sono un commerciale, non una bottanazza) quindi posso stare più sportiva...e se poi in ufficio è di nuovo andata in blocco la caldaia?
Che poi devo sempre essere vestita in modo che mi sia pratico fare la pipì, tempo per abbassare  i pantaloni concessomi: 30 secondi netti. Mi sono fissata che devo bere sti benedetti 2 litri di acqua al giorno e sono sempre al cesso. Brutta sensazione quando sei in giro, da un cliente, o in macchina e la senti che arriva, lei, la pipì, insesorabile ed impaziente...
Ma avrò le gambe magre e senza cellulite..,dovrò attrezzarmi di pannolone contenitivo, ma se si intona con le scarpe tutto è concesso!
Sto divagando. 
Tipico di me.
Io lo so, sai, perché la notte scorsa non ho dormito.      








La sera ho combattuto i miei fantasmi, ho affrontato l'ARGOMENTO: la mia inadeguatezza ai rapporti di coppia, il che, ovviamente, trascina dietro le paure più recondite ed i ricordi più dolorosi.
La mamma dice che non è che sono io che non posso stare con nessuno, ma che sono solo incappata, recentemente, in persone che non erano compatibili con me. PassivoAggrssivo 1 e 2, effettivamente, avevano ben poco che mi piaceva, eppure con l'1 c'holepezzealculo pure trascorso un anno di vita e parecchissime notti.
Voi direte: la mamma non ti dirà mai che sei tu il problema.
E qui casca l'asino. La mia é una di quelle mamma che non mi ha mai detto brava se non strettamente necessario, che se ero troppo in carne mi portava dalla dietologa, che se sbagliavo (e ho sbagliato tanto), non ha mai perso occasione di farmelo notare. Non sono una di quelle che é cresciuta incensata, mi è stata inculcata la preziosa arte dell'autocritica, degli esami di coscienza e delle messe in discussione perenni. Negli anni, il lavoro fatto su me stessa per diventare quello che sono mi è costato fatica e lacrime, e se ora non sono poi un granché, figuriamoci prima.
Ora sono più grande, più saggia, forse, certamente più cinica, più disincantata...
Ma nonostante tutto io il grande amore lo aspetto ancora, quello che ti fa sfarfallare lo stomaco, ti piega le ginocchia e ti fa sentire le campane...
IO VOGLIO IL BACIO SOTTO LA PIOGGIA, mi spiego?
Insomma, ci sarà da qualche parte, a questo mondo, un uomo che possa sopportare i miei capricci?
Non chiedo tanto, solo di fare colazione appena sveglia, subito, non lasciatemi a stomaco vuoto al mattino...
E altre piccolezze, ma se ne può discutere.
Un uomo, al paesello, che non si scandalizzi perché non sono GUCCI dalla testa ai piedi (che solo le tamarre si griffano a vista), anzi, magari che apprezzi i maglioni di Asos, le scarpe che nessuno se le metterebbe qui, in provincia del nulla, ma che sono fighe, che il plateau mi ha rotto le palle.
Eccheccazzo, non saranno sexy, ma a me le felpe piacciono!
Esiste un uomo realizzato, talmente in pace con se stesso da non vivere la mia carriera come una minaccia?
Ma non che non esiste, è questo, forse, che mi toglie il sonno. Non esiste un uomo giusto per me ed io non sono giusta per nessuno. Che chi ci crede più alla storia del "quando meno te lo aspetti"? Che suona tanto fatalista, per le romantiche del caso.
Ecco cosa fa l'insonnia. Mi fa uscire i pensieri assurdi, ingarbugliati come le lenzuola del mio letto.
Quei pensieri che dovrebbero stare nella zona d'ombra della nostra vita.
Ora sai che faccio?
Mi rileggo THE SECRET, che é tanto opera di auto convincimento per noi povere adepte del bicchiere mezzo vuoto, sempre. Che se, come è ovvio, non cambia le cose, almeno mi convinco a pensare positivo, che schifo non può fare .

martedì 18 dicembre 2012

Rivoglio i TAKE THAT

Rivoglio i take that

E non mi vergogno nemmeno un po' a dirlo. Rivoglio i tempi in cui l'abbandono di Robbie Williams era l'unico dramma insormontabile che mi toglieva il sonno e che il "cioè" in edicola era un buon motivo per alzarsi dal letto.
Rivoglio le loro figurine e i gadget con le T rovesciate. Rivoglio l'emozione del loro primo concerto e io, bambina, che pensavo che non sarei mai stata più felice. 
Voglio tornare alle medie, quando si litigava davvero per chi  era più bello tra RobbieMarkJasonHowardGary, che poi si sa che tanto vince sempre Robbie (ma, diciamolo pure, Gary Barlow, come il buon vino, ci sta dando belle soddisfazioni con il passare degli anni).
E quindi ora lo dirò, a costo di diventare impopolare, ma tanto non sono popolare, quindi lo dico perché alla fine non cambia un bel niente: a me questi nuovi take that, questi One Direction, mica dispiacciono poi tanto.
Sono carini e più di loro sono carine le DIRECTIONER, che li amano davvero, in fila, piangenti ed urlanti, solo per vederli da lontano lontano lontano.
Io voglio tornare a 16 anni e voglio essere una DIRECTIONER ( ebbene si, lo ammetto, se avessi 15 anni di meno a quell'Harry Styles li lo so io cosa gli farei!!!), perché le DIRECTIONER sono ancora innocenti (alcune...) e, sempre alcune, sono davvero convinte che quello li sia amore vero. E lasciamoglielo credere, povere bambine, perché quando si accorgeranno che gli uomini veri non sono belli così, gentili così, bravi così...e che l'amore, in realtà, è una merda che può trituranti  il cuore, anche a loro mancheranno i tempi dei One Direction, quando Harry e Luis non saranno più i ventenni vestiti tutti uguali, ma dei quasiquarantenniancoranientemale e loro, le ex DIRECTIONER, delle trentenni spesso e volentieri illuse, deluse e disilluse.
Rivoglio i take that perché quando c'erano loro sognare era semplice, l'amore era semplice, volava tra un album di figurine e le note di una canzone, si ingarbugliava tra le scritte sullo zaino di scuola e tornava indietro con grandi proclami d'amore sulla smemoranda. Quando c'erano loro, ed io ero una bambina, ancora non lo sapevo che mi avrebbero spezzato il cuore, rispezzato ancora il cuore, spezzato i cocci del cuore spezzato e spezzato ancora anche i cocci dei cocci. Quando ero una bambina credevo che un giorno avrei conquistato il cuore di Robbie Willams, ma io ero una bambinascema, ora le ragazzine Luis Tomlison sognano di trombarselo, ma sognano. 
Io, come si sogna,  non lo so più.


Opporcalamiseria...e adesso?

Era parecchio che ci pensavo su.
Ora, non saprei dire con esattezza da quanto.
Da parecchio, insomma, da un po'.
E ora che l'ho aperto, sto blog, cosa ci scrivo?
Chiaro che non parlerò di quanto è bella e felice la vita, non perché la cosa non mi stuzzichi (certamente stuzzica la parte di me che sembra la strega dei nostri incubi di bambine) ma è che sono poveraincanna, c'holepezzealculo, sono alverdeinbolletta , è praticamente Natale ed io sono in piena sindrome post traumatica da regali, sopratutto da regalichenonhoancorafatto e SONO IL GRINCH, si si si, io sono il GRINCH...
Il GRINCH, un cazzarola di GRINCH trentunenne, zitella (non single, zitella porcalavaccamaialaimpestata) piegata ad un impiego da impiegata e costantemente in lotta con i chili di troppo.
Insomma, Candy Candy mi fa una pippa, lei ed il suo buonumore.
Nemmeno la moda non sarà il mio argomento (almeno non quello principale).
Ergo: quando mi è venuta la brillante idea di aprire il blog, é stato per parlare di cosa?
Di me?
Bell'ego, razza di cretina, non mi poteva sfiorare l'idea che magari a nessuno interessa una benemeritacippadiniente di me????
Ormai la frittata è fatta, tanto vale spremersi le meningi per cercare di dire qualcosa che abbia anche solo la lontana sembianza di un concetto interessante.
In bocca al lupo a me.

Forse dovrei cominciare parlando di me.
Che ho 31 anni ve l'ho detto.
Sono leone ascendente vergine, a voi le considerazioni del caso.
Non sono single, sono zitella...e, sia ben chiaro, non per scelta.
(Avremo tempo, modo, tempo, tempo e tempo.... E sopratutto argomenti a iosa, per sviluppare il tema).
Vivo da sola nella città del nulla.
Se volete venire a trovarmi, nel mio paesello arroccato ai piedi delle Alpi (che quando c'è una bella giornata le montagne sono quasi belle da togliere il fiato e il paesello mi fa un po' meno schifo) attrezzatevi perché nemmeno i treni hanno tanta voglia di venire fin qui...
Sono in po' più che impiegata in una nota azienda di servizi.
Un po' più che impiegata perché, in questi anni di devoto servizio all'azienda, non essendo i dovuta prodigare troppo a fare la brava fidanzata, ho potuto (violente o nolente) concentrarmi sulla carriera.
Ho un cane che adoro, un bulldog inglese di 5 anni che è la mia dolce metà perfetta.
"Quella stronza della Brooke"...perché mi ricorda la nonna Raffa che non c'è più, che dopo pranzo si doveva accendere la televisione che iniziava Beautiful e lei, un giorno, raccontandomi gli ultimi sviluppi se n'è uscita che era tutta colpa di quella stronza della Brooke...ecchiselodimentica?
Una stronza come Brooke, ammesso di non esserlo noi per prime, ce l'abbiamo avuta tutte, noi rampati trentenni del millennio in corso e quindi eccomi qui, a parlare della mia vita che é un mix di tutto quello che ci ha cresciute: kiss me Licia, quella incestuosa troietta di Georgie, Bridget Jones, Sex and the city, Romeo e Giulietta (si si, la versione cinematografica con Leonardo di Caprio non è male...io parlo della versione teatrale, del film di Zeffirelli e del libro letto fino a consumarlo) e, perché no, anche un po' Beautiful un po' low cost, un po' più cesse, grasse e peggio vestite.

Se c'è una cosa che certamente è emersa di me...
È che non ho il dono della sintesi, ma ci sto lavorando

(E che scrivo di getto, non rileggo, mi rifiuto...ergo, scusate gli errori)